Via dei Gelsomini

Sono in una località residenziale e nel sogno so che si tratta di Casalpalocco ma assomiglia ad un misto tra Ansedonia ed un villaggio greco vicino al mare. Io mi aggiro tra queste strade piene di alberi e di fiori, con giardini bellissimi che nascondono ville bianche con finestre blu. Sono alla ricerca di SM, un mio vecchio compagno di università di quando studiavo legge. So che abita al n 44 di Via dei Gelsomini, ma la numerazione è completamente senza senso e infatti mi perdo e finisco nel giardino di un’altra casa. Questa casa, per una coincidenza, è di persone che conosco e che non vedo da tanto tempo e arriva anche Fabri. Si decide di andare a fare un giro in barca e magari di fare il bagno ma io non ne ho tanta voglia e poi non ho il costume. Poi mi ritrovo in macchina, non so con chi, e tutta questa bella località sembra invece una cava di pozzolana, simile a quella che sta in campagna da me e io so che c’è qualcuno che mi sta seguendo…

Parkour

Sto percorrendo in macchina il tunnel della tangenziale quando all’improvviso il motore dell’auto comincia a perdere colpi. Mi fermo nella corsia di emergenza proprio davanti ad un grande contenitore verde di plastica. Penso che sono stato fortunato a fermarmi casualmente proprio davanti ad un grande contenitore che segnalerà la mia presenza e che sicuramente verrà evitato dagli altri automobilisti. Sono un po’ dispiaciuto per essermi dovuto fermare, ma mi tranquillizzo al pensiero che la mia assicurazione preveda un servizio di trasporto delle auto in panne.

Mi dirigo a piedi verso l’uscita del tunnel per raggiungere un luogo in cui si terrà una riunione di lavoro. Dopo essere arrivato incontro mia moglie, i miei colleghi e qualche amico. L’atmosfera di festa mi rende più tranquillo. Prendo un bicchiere di plastica e mi verso un po’ di Fanta.

Esco dalla stanza e comincio a giocare correndo da una parte all’altra di un giardino/parco. Prendo la rincorsa e raggiungo la cima di una collinetta nella speranza di poter poi scendere dalla parte opposta. Mi accorgo però che dall’altra parte si estende una vallata e che è impossibile saltare perchè mi trovo molto in alto.

Decido allora di saltare dalla parte dalla quale sono salito e, sfruttando una specie di scivolo di cui prima non mi ero accorto, torno nel giardino atterrando come un parkour.

Il salto è stato così divertente che decido di riprovare l’emozione e salire nuovamente sulla collinetta. Una volta raggiunta la cima e apprestandomi ad effettuare nuovamente il salto mi accorgo che, alla fine dello scivolo, una donna con una carrozzina mi impedisce l’atterraggio.

Chiedo alla signora di spostarsi e lei, pur non sentendomi, si allontana di poco. Provo comunque a saltare, ma questa volta la manovra non mi riesce e cado rovinosamente a terra perdendo conoscenza.

Mi risveglio in un letto di ospedale pieno di ferite e di dolori.

Chiedo ad un’infermiera di verificare le condizioni di una ferita nella zona del pube. L’infermiera mi tranquillizza dicendo che è solo un graffio superficiale e che il sangue che ho visto non mi deve far preoccupare.

Dopo poco tempo entrano nella stanza dell’ospedale molti bambini che cominciano a correre divertiti. Io e la mia amica Lisa ci apprestiamo ad organizzare qualche gioco per loro, ma presto ci accorgiamo che i bambini sono intenzionati ad andare sotto i letti per guardare un cartone animato.

Mi abbasso per guardare la scena e mi accorgo che i bambini, uno accanto all’altro, aspettano serenamente il momento magico dell’inizio del cartone animato.

La casa di Davide

Sono in una casa con un bel giardino e so di essere a casa di Davide.M., un mio compagno di classe, ma nella casa abitano Filippo C. e Andrea C. Io, tra me e me, penso: “Lo vedi? Sono venuti ad abitare qui perché ora il papà di D. è diventato presidente del Senato.”. In giardino c’è Andrea C. con Flavia C. che nel sogno è sua moglie e hanno tre o quattro bambini. Io guardo Flavia, che non vedo da millenni, che è diventata grassa e brutta e mi meraviglio che Andrea e Flavia siano sposati, anche perché non sapevo si conoscessero. Nel complesso però mi fa piacere essere lì con loro e me ne resto in silenzio seduta su una poltrocina pieghevole.

Collari stretti

Sono con Cristina B. nella casa della nonna di Fabri ma la casa è enorme e tutta diversa. Io sto portando Cri in giro per fargliela vedere. Attraversiamo prima un lungo corridoio con carta da parati anni ’70, poi dei saloni affrescati e poi ci ritroviamo in una specie di veranda rialzata che dà su un giardino (il giardino assomiglia a quello di mia nonna) e io le dico: “Vedi, la casa continua anche sotto la veranda e tutto attorno al giardino, è molto grande”. Poi Cri sparisce ed io mi ritrovo in giardino con mio padre e dopo poco arrivano tre dei miei cani, Diavolone, Boris e Rufus. Papà ed io li accarezziamo e nel fare ciò ci accorgiamo che i collari sono allacciati troppo stretti e li allarghiamo. Mentre mi occupo dei collari dico qualcosa contro Armando, dando a lui la colpa del fatto che siano allacciati male e stretti.