Sete

Mi trovo in un posto non ben definito, è sicuramente una casa, sono seduta su un divano nero e comincio ad avere una sete pazzesca, ho voglia solo di bere acqua, ma non ce l’ho…allora mi rivolgo alla persona seduta accanto a me, è un uomo, ma non ricordo chi è…gli chiedo con insistenza un po’ d’acqua, e lui mi da una bottiglia di acqua minerale e comicio a bere senza fermarmi…

Il sole che va via

Mi trovo al mare… è l’Argentario, è Calamoresca, sono a casa di S, ma non siamo soli, c’è tanta gente seduta sui divani del salotto a picco sul mare,  ci sono anche Dolce & Gabbana in persona, scambiamo parole, pensieri, emozioni, racconti di vita, insomma le parole scorrono veloci…ad un certo punto mi accorgo che sta per tramontare il sole, è una giornata bellissima, quelle che piacciono a me, il mare è calmo e c’è molta visibilità… si vede tutto l’arcipelago toscano…vado da Lui, quello che nel sogno è il mio Lui e lo invito ad uscire in terrazza, per vedere insieme a me il tramonto… chiamo con il loro nome tutte le isole davanti a noi, quella del Giglio, Monte Cristo, L’Elba e poi la Corsica, perchè si vede anche lei…e poi abbracciati ci godiamo il sole che va via…

Delitto e castigo

Sono seduta sul sedile di dietro di una macchina e davanti ci sono un uomo e una donna che sembro conoscere. Stiamo guidando lungo viale Trastevere e poi giriamo a destra e la strada ci porta in un paesino. Scendiamo e suoniamo ad una porta. Ci aprono una donna con la figlia adolescente, noi chiediamo dove sia il marito, lei ci indica un posto poco lontano. Raggiungiamo il luogo, troviamo l’uomo e lo uccidiamo (mi sembra strangolandolo). Risaliamo in macchina in silenzio ma io sono disperata perché so che la polizia risalirà a noi tramite la moglie e dovrò passare il resto della vita in carcere e ho così buttato la mia vita.

Cambia scena, sono a Londra, Bea mi dice che devo tornare a lavorare nella nuova sede della galleria JJ/WC (dove ho lavorato davvero) e che lei già lavora lì da un po’. Sono incerta ma salgo sulla metro per andarci. Quando scendo chiedo indicazioni ad una signora ma parliamo in francesce invece che in inglese e poi mi rendo rendo conto che anche i nomi delle vie e le targhe delle macchine sono scritti in francese. Allora mi dispero e mi rendo conto di essermi addormentata sulla metro e di aver attraversato il tunnel della Manica senza accorgermene.

In viaggio per la città

Sono all’interno di una grande e lussuosa macchina nera con altre persone che sembro conoscere e stiamo viaggiando per il centro di Roma. Sono seduta comodamente sugli ultimi sedili, formati da uno spaziosissimo divanetto in pelle morbida e, accompagnata dolcemente dal dondolio della macchina sui sanpietrini, mi appisolo. Ad un tratto mi sveglio e vedo un grosso cane sdraiato sull’asfalto intralciare la strada: è lungo almeno 2 metri, alto più o meno come una persona e ha un pelo folto e lucido. Tra la sorpresa generale, una persona bassa e cicciottella bussa al mio finestrino e mi consegna un barboncino, grazioso ma decisamente irrequieto. Tento di calmarlo e all’improvviso mi trovo in un negozio con una bambina; dobbiamo cercare insieme un regalo prezioso in mezzo a molta confusione. Ci muoviamo velocemente tra i colori e le luci e arriviamo nello scantinato del negozio, pieno di gioielli dismessi; neanche qui troviamo quello che cerchiamo. Io torno in strada e cammino con un clochard per diversi isolati…

Vecchi tempi

Sono in un negozio di costumi da bagno con Fabri, lui ne prende in mano due e me li vuole regalare, poi vediamo il prezzo e io dico che è troppo alto e lo porto in un altro negozio, forse Benetton, e inizio a girare tra i vestiti. Vedo, davanti ad un camerino di prova con la tenda aperta, B. e S. seduti per terra con la schiena dritta, come per coprire una persona che si sta cambiando. Guardo in basso tra loro due e vedo che la presona nascosta si sta infilando un paio di Stan Smith verdi, allora capisco che è E.. Io scoppio a ridere per  tutta la manovra scomoda che deve fare per cambiarsi. B. allora mi risponde ridacchiando “E di che ti meravigli, ci siamo cambiate per una vita in giro, nei bagni di scuola, in giro…” (poi facciamo altre considerazioni) Poi la scena cambia e sono a San Lorenzo, in strada, seduta ad un tavolo tondo con tante persone che non ricordo e c’è anche M.. Poi cambia scena e io sto camminando su per via del Tritone, ma sotto un lungo portico che sembra una galleria di Milano e arrivo in un bar molto elegante dove parlo con un cameriere di M., ma non ricordo altro.