Orsoli o folletti

Mi trovo davanti a un disegno, fatto da un bambino o bambina.. sembra uno di quei quadri che visti da vicino non hanno senso ma appena ti allontani tutto è più chiaro. Sembra di essere l’unica in grado di interpretarlo e di comunicare con il bambino. Ad un tratto il disegno diventa a colori, anche se solo in parte, si vedono delle fragole e tantissime foglie. Inoltre dei folletti o gnomi con delle torte di fragole e il bimbo mi spiegava che si chiamavano orsoli e non erano come le fate a cui uno chiede aiuto ma erano degli esseri che sceglievano di donare il loro amore incondizionatamente anche attraverso il dolce e si sarebbero presi cura della persona che avevano scelto per tutta la vita. Quasi come essere nelle pagine di un libro di favole

Libro, frutta e verdura

Sono insieme a C. in un’aula di una scuola. Mi fa vedere un libro di narrativa appena pubblicato. Mi dice un po’ contrariato che nel libro è stato pubblicato un suo articolo (o un articolo del nonno) senza che a lui venisse chiesto il permesso. Sulla copertina del libro c’è un disegno raffigurante una fattoria ed una ferrovia.  C., occupandosi della mia buona salute, mi regala della verdura e della frutta (ricordo in particolare cavoli e mele).

Bambino

Sono con M., siamo allo studio, c’ è una collega che sta’ facendo terapia ad un bambino, ha un libro e gli fa vedere delle immagini.

Noi due siamo nello studio con lei, ci sono delle valigie, come se la collega stesse per partire.

M. mi dice ma non si ferma sulle immagini col bambino, è importante, M. prova a dirglielo ma lei non l’ ascolta.

M. mi dice diglielo tu, ” Deve fermarsi sulle immagini col bambino”.

Vado dalla collega e con molta calma cerco di farle capire l’ importanza di stare sulle immagini col bambino.

Vado via, parto sono in un paesaggio di mare.

Il barbone

Sono su un autobus, sto leggendo un libro, vedo delle foto, immagini che mi piacciono. Sale un barbone, è un ragazzo giovane coi capelli lunghi, sento prima la sua presenza dietro di me, mi sposto, lui inizia a insultarmi a dirmi che sono una montata, che mi credo chissa’ chi, gli altri passeggeri dell’ autobus intrvengono, ma lui li minaccia, anch’ io alzo la voce dicendogli di lasciarmi perdere.