La grande onda

Sono in una boutique molto particolare, presumibilmente in un posto di mare. Sono con mia sorella e F. per cercare un gioco da regalare a mia figlia. Il negozietto è pieno di giochi “di una volta”, fatti in legno, molto semplici, del tipo dama cinese per intenderci.

Mi allontano dal reparto giochi per andare nella saletta dedicata agli oggetti di arredamento. Lampade variopinte su comodini sono in bella mostra e una finestra aperta adornata con tende colorate semi trasparenti lascia entrare un’aria e della luce molto piacevoli.

Torno al reparto giocattoli e vedo S. che ha appena comprato, per suo figlio, un dinosauro (piu o meno) in legno da costruire. Noto ben distintamente due asticelle di legno che per me sono le zampe. In effetti subito dopo noto all’estremità di esse una forma ovale di gomma traslucida e dico che sono le rotule.

Poco dopo mi ritrovo a raccogliere da terra svariati piccoli pezzi di non so bene cosa. Tra queste cose che raccolgo ci sono anche delle viti ed alcune di esse, essendosi mischiate con la sporcizia che stava sul pavimento in cemento, vengono individuate e tirate su a fatica anche perchè ho gia le mani piene di roba e non c’e’ piu posto per altre cose, seppur della dimensione di una piccola vite. Nel frattempo se ne sono andati tutti e con molta fatica, finito di raccogliere anche l’ultima vite, li raggiungo di fuori.

Mi ritrovo su una spiaggia, lontano da S. e mentre cerco di raggiungerlo con passo normale noto che il mare è mosso. Nello stesso istante in cui penso che sia perfetto per la pesca a surf casting le onde si ingrossano a dismisura raggiungendomi quando, sempre con le mani piene di roba, avevo quasi raggiunto il mio amico (che si trovava su un rialzo naturale al riparo dalle onde). Una prima onda mi avvolge la vita, “neanche troppo violenta” penso… quando arriva una seconda onda alta il triplo di quella precedente ed io, prontamente, mi immergo in acqua per subire meno l’impatto.

Mi sveglio

Bambino

Sono con M., siamo allo studio, c’ è una collega che sta’ facendo terapia ad un bambino, ha un libro e gli fa vedere delle immagini.

Noi due siamo nello studio con lei, ci sono delle valigie, come se la collega stesse per partire.

M. mi dice ma non si ferma sulle immagini col bambino, è importante, M. prova a dirglielo ma lei non l’ ascolta.

M. mi dice diglielo tu, ” Deve fermarsi sulle immagini col bambino”.

Vado dalla collega e con molta calma cerco di farle capire l’ importanza di stare sulle immagini col bambino.

Vado via, parto sono in un paesaggio di mare.

A.

Sono nella casa dove abitavo prima, mi sono addormentata in camera d’ un amica, mi sveglio sistemo il letto. Mi squilla il telefono, è mio zio, mi dice è venuto a mancare……., casca la linea.

Dopo un po’ squilla dinuovo, mi dice è venuto a mancare A., sento un dolore fortissimo, come se stessi morendo.Penso ora come faro’, lo penso intensamente, a tutti i momenti condivisi, poi mi sveglio è solo un sogno e sono felice.

Piera R.

Ci sono i miei, parlano tra loro, mio padre ha regalato un vestito a mia madre, ne stanno discutendo, circa i bottoni che hanno fatto cambiare.

Piera R., non so chi sia, è un personaggio del sogno, sta andando a cambiare di nuovo i bottoni, compare così d’ improvviso, è cieca.

Si mette in fila, presso il negozio per il cambio, ma non si rende conto, non vede che la fila è altrove.

Qualcuno si accorge, ma piuttosto che aiutarla, disegna su un muro, come una vignetta di sberleffo di ciò che sta accadendo.

Vorrei aiutarla ma non so come fare ad entrare nel sogno.

Compleanno e funerale

Sono arrivata a casa dei miei , non so bene che casa sia, è in campagna, molto grande, ho portato dei fiori per mia madre è il suo compleanno.

I fiori si sono un po’ appassiti durante il viaggio.

C’ è Alessandra, la mia dietologa col marito, sono venuti per fare gli auguri del compleanno, ma anche le condoglianze, è morto qualcuno, ma non so chi.

L’ aria che si respira è un po’ mesta.

Ale e il marito vanno via.

Do’ i fiori a mia madre, stanno preparando un pranzo di festa, decido d’ andar via, d’ altronde non è il mio posto, vado da R..

 

 

Uscire di casa

C’è R. a casa, in camera mia, deve andar via, ci sono i miei in giro e anche gr. non so cosa ci faccia li, è vestito giacca e cravatta come mio padre, un abbigliamento di certo insolito per lui.

Devo aprire la porta d’ ingresso che è chiusa a chiave, mia madre mi dice perchè voglio aprirla, alla fine faccio uscire R. ma ha una faccia gonfia, mostruosa ed è senza capelli.

 

Mare

Sono con delle mie amiche, forse in un ristorante, vedo N.che guarda un ragazzo, mi fa notare il maglione che indossa, mi dice: ” ti ricordi l’ abbiamo visto in una vetrina?”.

Poi usciamo fuori, c’ è la spiaggia, il mare.

Andiamo verso il mare, ad un certo punto, senza ccorgermene, affondo con le gambe sino al ginocchio nella sabbia, ma subito riesco a tirarmi fuori.

Il lavoro

Sono al telefono sto’ parlando con l’ amministratrice del lavoro, le dico che voglio andarmene.Tutti i miei colleghi sono gia’ andati via, resto solo io, lei mi dice va bene, anche se mal volentieri.Chi coprira’ ora i turni?.

Inizio a pensare che pero’ quei soldi mi servono, allora richiamo le dico che resto, per ora.