Sono a fare una supervisione da M, c’è anche mia mamma, G., S. ed altre persone. Nel sogno penso che non ho mai visto questa parte dello studio. Quando la supervisione finisce, mia mamma e M si mettono a parlare come se fossero due vecchie amiche. Io dico che vado dall’altra parte a prendere delle mie cose rimaste. Passo dall’altra parte della casa e mi accorgo che è la casa dei miei genitori e c’è la mia vecchia stanza. Entro perchè devo prendere dei cd, delle cassette e anche un file di un lavoro per la specializzazione. Penso che la mia dottoressa è carina a lasciarmi la possibilità di portare via poco alla volta le mie cose, anche se occupano la stanza d’analisi che io ho terminato. Torno di là, poi vado con G. a casa sua. Facciamo, in motorino, una ripida discesa e incontro un ragazzo che con lo skate va velocissimo. Mi arrabbio con lui e con la sua fidanzata e gli dico che non si fa così, loro non mi sembrano degli sciocchi e non si mette a rischio la vita per una stronzata del genere!. Loro sembrano capire e mi ringraziano. Poi arriviamo a casa di G.: é bella e piena di oggetti preziosi e sculture. Mi dice che L., una collega in comune, è di là, la deve far mangiare per sei anni e poi andrà via, tornerà in Argentina. G. mi dice che il suo analista è morto, con freddezza e distanza. Non capisco penso che si riferisca ad una vecchia analisi visto la sua mancanza di coinvolgimento. Poi lei mi dice che c’è anche un articolo sull’Espresso su di lui. Riconosco la foto e le dico che è una cosa tremenda. Scoppio a piangere e lei anche.