Nonna Claudia

Mi trovo in giardino di casa mia…sono in tuta da ginnastica, in divisa ufficiale della mia squadra, pronta per giocare una nuova partita di campionato, il mister mi dice di riempire il più possibile le buste di plastica con l’acqua della fontanella davanti a me…mi organizzo prendo tutte le buste di plastica che trovo in giro e comincio a riempirle di acqua fino all’orlo, mi dice che devo fare in fretta prima che arriva la squadra avversaria. Ne riempo tantissime, grandi, piccole anche i sacchi neri… quelli condominiali, le ripongo tutte in una carriola che trovo davanti alla fontanella e ad un certo punto mi viene fame. Mi allontano dalla fontanella dal giardino e decido di entrare in cucina, quella del piano terra. è perfettamente funzionante, pulita, trovo delle persone a lavoro, c’è chi cucina, chi pulisce…presa dalla fame vado davanti al frigorifero lo apro e comincio a cercare qualcosa da mangiare…arriva mia nonna, nonna claudia, con i suoi capelli raccolti e con il suo viso rilassato e rassicurante e mi dice di aprire i cassetti in alto del frigorifero dove c’è il formaggio, in realtà ce ne sono di vario genere, insomma ne trovo una vasta scelta, decido di prendere un pezzo di tomino già iniziato…la guardo, mi guarda, mi sorride e mi da anche un pezzo di pane, esco e torno in giardino dalle mie buste di plastica…

 

Sete

Mi trovo in un posto non ben definito, è sicuramente una casa, sono seduta su un divano nero e comincio ad avere una sete pazzesca, ho voglia solo di bere acqua, ma non ce l’ho…allora mi rivolgo alla persona seduta accanto a me, è un uomo, ma non ricordo chi è…gli chiedo con insistenza un po’ d’acqua, e lui mi da una bottiglia di acqua minerale e comicio a bere senza fermarmi…

Il sole che va via

Mi trovo al mare… è l’Argentario, è Calamoresca, sono a casa di S, ma non siamo soli, c’è tanta gente seduta sui divani del salotto a picco sul mare,  ci sono anche Dolce & Gabbana in persona, scambiamo parole, pensieri, emozioni, racconti di vita, insomma le parole scorrono veloci…ad un certo punto mi accorgo che sta per tramontare il sole, è una giornata bellissima, quelle che piacciono a me, il mare è calmo e c’è molta visibilità… si vede tutto l’arcipelago toscano…vado da Lui, quello che nel sogno è il mio Lui e lo invito ad uscire in terrazza, per vedere insieme a me il tramonto… chiamo con il loro nome tutte le isole davanti a noi, quella del Giglio, Monte Cristo, L’Elba e poi la Corsica, perchè si vede anche lei…e poi abbracciati ci godiamo il sole che va via…

La pizza rossa

mi trovo con i miei cugini V e L in una soffitta di un palazzo a me sconosciuto… V mi fa da guida e mi porta a visitare tutte le stanze della casa…la stanza delle rose, la stanza delle barche, insomma attaccato ai muri ci sono dei quadri a tema, nella prima disegni di rose rosa e nella seconda delle stampe di velieri, V mi dice di guardare attentamente i quadri appesi e mi chiede se li riconosco, erano di nostro nonno, stavano nella sua vecchia casa bianca al mare, ma io non li riconosco per niente, per me sono del tutto nuovi, insomma non mi ricordo di averli mai visti in passato…eppure V insiste e mi dice che non è possibile… decido di uscire dalla stanza con i velieri e scendo una lunga e larga scala di travertino, simile a quella del palazzo delle esposizioni di Roma, ed ecco che vedo mio cugino L seduto che mangia un pezzo di pizza rossa, quella del fornaio, bassa, croccante, buona…allora decido di prendere dalla mia borsa a tracolla la mia, la tiro fuori e comincio a mangiare la mia pizza rossa del fornaio insieme a lui…

L’uomo dal golf di lana cotta

Scendo dalla macchina con V. e N. in una strada senza uscita in una zona di Roma deserta, ma soprattutto a me sconosciuta.

Esce da una baracca un uomo alto, grosso, brutto con la pancia…indossa un grande golf di lana cotta…mi guarda, mi fissa intensamente… e’ inquietante ed io mi giro, impaurita, ed accelero il passo…V. mi dice di correre perche’ dobbiamo assolutamente allontanarci dall’uomo con il golf arancione…ho paura, ma alla fine mi rendo conto che non sono poi cosi’ in pericolo…l’uomo ha il passo molto lento, e’ molto grasso…ha la pancia ed io sento di essere piu’ veloce di lui, lo so e mi tranquillizzo… ma V insiste e mi dice di camminare piu’ velocemente e di raggiungere al piu’ presto la pizzeria dove dobbiamo cenare, mi giro e incrocio nuovamente lo sguardo dell’uomo dal golf di lana cotta…si comincia a spogliare, si leva il maglione, e poi la camicia, rimane in canottiera e mi parla, ma io non lo capisco…scappo arrivo nella piazza dove c’e’ la pizzeria e lui inciampa e cade a terra, ma si rialza subito e mi fissa nuovamente, allora mi accorgo che in mezzo alla strada ci sono dei cartoni, delle scatole, insomma una mezza discarica abusiva…vedo una sedia… quelle impagliate con lo schienale tondo…l’afferro e comincio a guardare fisso negli occhi l’uomo che chiaramente mi vuole far del male, lo sfido e scateno tutta la mia rabbia, la mia paura su di lui.

Con la sedia lo colpisco sulla pancia, cade a terra….ed ecco che si trasforma in orso, la sua pancia adesso e’ nera e pelosa, mi fermo e mi dico non gli posso fare male… che devo smetterla di colpirlo…e’ un animale…