Orsoli o folletti

Mi trovo davanti a un disegno, fatto da un bambino o bambina.. sembra uno di quei quadri che visti da vicino non hanno senso ma appena ti allontani tutto è più chiaro. Sembra di essere l’unica in grado di interpretarlo e di comunicare con il bambino. Ad un tratto il disegno diventa a colori, anche se solo in parte, si vedono delle fragole e tantissime foglie. Inoltre dei folletti o gnomi con delle torte di fragole e il bimbo mi spiegava che si chiamavano orsoli e non erano come le fate a cui uno chiede aiuto ma erano degli esseri che sceglievano di donare il loro amore incondizionatamente anche attraverso il dolce e si sarebbero presi cura della persona che avevano scelto per tutta la vita. Quasi come essere nelle pagine di un libro di favole

Cadere

Sono all’interno di un palazzo in via di ristrutturazione, polvere e odore di solvente contaminano l’aria. C’è il mio datore di lavoro che indaffarato da ordini agli operai . Decido di uscire da una porta anonima che mi porta su una terrazza fatiscente, posta all’apice di una collina. C’è una vista meravigliosa, il cielo limpido si tuffa nel mare creando un’armonia di colori . Vado a sedermi sul bordo mezzo diroccato di questa terrazza. Accanto a me c’è una donna che guarda il panorama, ha dei lunghi capelli bianchi raccolti in una treccia che le avvolge la testa. Mi guarda e mi chiede cosa voglio fare. Le rispondo che voglio solo guardare questo spettacolo.  Di lì a poco mi sento scivolare in avanti e precipito, lentamente la brezza mi da un’assetto e planandomi come un aeroplanino di carta mi porta verso la costa. Nel passare vedo campi coltivati che dal verde acceso passano al color sabbia della spiaggia. Prima di arrivare al  perimetro del mare riesco ad aggrapparmi ad un masso enorme. Nel penzolare mi rendo conto che questo non è un masso qualsiasi ma ha una forma. E’ un piede gigante. Dita grandi come palazzi  ricoperte di ferro. Sono atterrita dall’altezza ma non posso rimanere lì…! Prendo coraggio e come un free climber riesco a scendere. Mentre scendo con cautela vedo degli occhielli metallici che spuntano fuori. Mi fanno capire che io non sia la sola ad essere atterrata lì. Arrivo fino alla base del tallone ma lo spazio che mi separa dal suolo è troppo alto.  Decido di saltare, o la va o la spacca. Prendo un bel respiro e mi lascio cadere. Atterro facendo un capitombolo, illesa ma piena di sabbia mi siedo volgendo lo sguardo a questo mare a me sconosciuto.

Le scarpe di Prada

Sono a Piazza Mignanelli, davanti ad una vetrina di Prada (!) e sto guardando delle scarpe. Ad un certo punto arriva Albano Carrisi (!!!) ed io, lui e tre ragazzini ci incamminiamo giù per un sentierino fiancheggiato, su entrambi i lati, da una staccionata e da un praticello incolto ma carino. Io, mentre percorro il sentierino, penso che i colori dei fiori disseminati nel prato sono perfettamente intonati a tutte le scarpe che ho appena visto nella vetrina di Prada…

Campo di grano

Lungo una strada, al suo bordo correva un muretto al di là del quale vi era un praticello con strane piante; colorate, a riccio, rose molto grandi con un gambo lungo molto simili a fusti di cactus. Lungo il muretto correva una strana trebbiatrice; una ruota girava percorrendo il muretto e smuoveva una macchina taglia erba molto grande. Stava macinando tutto il prato! Mi affretto a raggiungere la parte ancora non tagliata dal macchinario. Sono preoccupato che possa tagliare fin lì. Noto però un masso enorme e levigato e penso rincuorato che così al di là di esso il macchinario non potrà andare, risparmiando dalla distruzione la parte di prato successiva. Tuttavia la parte di prato rimanente era poca e al di là vi era una staccionata bianca con un campo aperto di grano verde;ed ancora oltre un bosco poi il cielo blu…

Un ragazzo era in compagnia di due ragazze. Una di esse, inizia a disegnare su dei fogli alcuni paesaggi in bianco e nero e li porge al ragazzo. Quest’ultimo si gira verso l’altra ragazza (i colori caratterizzanti l’immagine di lei sono molto più intensi della prima) porgendo i disegni. Lei li prende ed inizia a colorarli con dei colori a pastello. Il risultato finale sono dei disegni con chiazze di colore che rendono quei paesaggi molto belli, intensi, quasi immagini reali ed in movimento. Uno di questi disegni è un campo di grano colorato di giallo (in particolare il giallo del grano risaltava sul bianco e nero del resto del paesaggio).

In viaggio per la città

Sono all’interno di una grande e lussuosa macchina nera con altre persone che sembro conoscere e stiamo viaggiando per il centro di Roma. Sono seduta comodamente sugli ultimi sedili, formati da uno spaziosissimo divanetto in pelle morbida e, accompagnata dolcemente dal dondolio della macchina sui sanpietrini, mi appisolo. Ad un tratto mi sveglio e vedo un grosso cane sdraiato sull’asfalto intralciare la strada: è lungo almeno 2 metri, alto più o meno come una persona e ha un pelo folto e lucido. Tra la sorpresa generale, una persona bassa e cicciottella bussa al mio finestrino e mi consegna un barboncino, grazioso ma decisamente irrequieto. Tento di calmarlo e all’improvviso mi trovo in un negozio con una bambina; dobbiamo cercare insieme un regalo prezioso in mezzo a molta confusione. Ci muoviamo velocemente tra i colori e le luci e arriviamo nello scantinato del negozio, pieno di gioielli dismessi; neanche qui troviamo quello che cerchiamo. Io torno in strada e cammino con un clochard per diversi isolati…