La lotta tra il serpente e il pappagallo

Sono nella casa di campagna dei mei suoceri. Scopro che al piano superiore la sorella di B. ha fatto costruire un terrario per rettili. Ci sono molti serpenti di differenti tipi disposti in cerchio. Noto che il terrario ha dei bordi non molto alti e mi preoccupo per l’eventuale fuga dei rettili verso gli ambienti abitati della casa. Capisco che  la sorella di B. ha voluto i serpenti in casa perché mangiassero i topi e gli insetti che avrebbero messo in pericolo i suoi cani. Ad un certo punto un pappagallo molto colorato (rosso, giallo e verde) si posa su di un ramo del terrario. Sono preoccupato che un serpente possa attaccarlo. Così accade. Il pappagallo si dimena spaventato e , nel tentativo di divincolarsi, cade per terra fuori dal terrario insieme al serpente che lo bracca con le forti mandibole. E’ una scena cruda e cruenta. Tento di salvare il pappagallo ma alla fine il serpente ha la meglio. Mi sveglio piuttosto agitato.

La grande onda

Sono in una boutique molto particolare, presumibilmente in un posto di mare. Sono con mia sorella e F. per cercare un gioco da regalare a mia figlia. Il negozietto è pieno di giochi “di una volta”, fatti in legno, molto semplici, del tipo dama cinese per intenderci.

Mi allontano dal reparto giochi per andare nella saletta dedicata agli oggetti di arredamento. Lampade variopinte su comodini sono in bella mostra e una finestra aperta adornata con tende colorate semi trasparenti lascia entrare un’aria e della luce molto piacevoli.

Torno al reparto giocattoli e vedo S. che ha appena comprato, per suo figlio, un dinosauro (piu o meno) in legno da costruire. Noto ben distintamente due asticelle di legno che per me sono le zampe. In effetti subito dopo noto all’estremità di esse una forma ovale di gomma traslucida e dico che sono le rotule.

Poco dopo mi ritrovo a raccogliere da terra svariati piccoli pezzi di non so bene cosa. Tra queste cose che raccolgo ci sono anche delle viti ed alcune di esse, essendosi mischiate con la sporcizia che stava sul pavimento in cemento, vengono individuate e tirate su a fatica anche perchè ho gia le mani piene di roba e non c’e’ piu posto per altre cose, seppur della dimensione di una piccola vite. Nel frattempo se ne sono andati tutti e con molta fatica, finito di raccogliere anche l’ultima vite, li raggiungo di fuori.

Mi ritrovo su una spiaggia, lontano da S. e mentre cerco di raggiungerlo con passo normale noto che il mare è mosso. Nello stesso istante in cui penso che sia perfetto per la pesca a surf casting le onde si ingrossano a dismisura raggiungendomi quando, sempre con le mani piene di roba, avevo quasi raggiunto il mio amico (che si trovava su un rialzo naturale al riparo dalle onde). Una prima onda mi avvolge la vita, “neanche troppo violenta” penso… quando arriva una seconda onda alta il triplo di quella precedente ed io, prontamente, mi immergo in acqua per subire meno l’impatto.

Mi sveglio

L’edificio in cemento armato

…una panoramica mi mostra un edificio in fase di costruzione. L’edifico  è posizionato in una vallata circondata da una fitta vegetazione. La struttura non ha tanti muri, perchè ancora da costruire, ma possiede diversi pilastri portanti. Tutto comunque sembra ancora rustico.

…ecco che pian piano la visuale si restringe sempre di più focalizzando due persone che passeggiano tra le stanze dell’edificio.

… Io e D… camminando vicini ci avviciniamo ad una stanza con le pareti in cemento (una delle poche stanze con le pareti), pareti grigie non ancora rifinite. La stanza non ha finestre, e la luce sembra entrare solo dalla grande porta da dove siamo entrati noi. La luce è una luce diffusa e fioca. La stanza ha anche una porta di metallo (simile ad una porta a scorrimento)

lascio che D. entri dentro e non appena si gira verso di me io chiudo la grossa porta di ferro tra noi… mentre chiudo la porta noto lo sguardo attonito di D.

 

Piccole sfere occhiute

Sono in un campeggio, cammino con F. e ammiro il mio anello su cui è montata una piccola sfera nera con due occhietti piccoli piccoli che mi guardano. E’ la mia creaturina personale. So che è viva e reale ma i suoi occhi sono come quelli di alcuni giocattoli (palline nere in un involucro di plastica trasparente) e si muovono senza controllo indipendentemente l’uno dall’altro. Questa cosa mi fa ragionare sull’eventualità che non sia poi così viva come credo. Allo stesso tempo penso a quanto sia bello poter costruire un terrario dove farla vivere e lo dico a F..

Mentre ragiono su questo fatto mi accorgo che una o due delle altre “creaturine” che sto trasportando in bocca si stanno rompendo lasciando fuoriuscire una sostanza densa e viscida. Decido di accelerare il loro disfacimento masticandole senza però porre attenzione alle altre rimaste. Mi ritrovo a masticare una poltiglia di dimensioni tali da riempirmi la bocca, la sputo a terra…