Il giardino

E’ tutto buio in principio. Lentamente la luce inizia a penetrare nella stanza attraverso le due immense finestre che sono alle mie spalle. E’ notte fonda , guardo davanti a me e appare un grande camino acceso sovrastato da un trofeo di caccia… mi arrampico incuriosita ed infilo la mano in bocca al cervo… estraggo 2 pistole, non sono recenti, a dir la verità tutta l’atmosfera sembra del 18° secolo. Nello scendere faccio cadere qualcosa che fa un rumore di vetri rotti. Scappo e mi dirigo verso il belvedere da dove si vede un giardino labirinto. Nell’ inseguimento mi affaccio e trovo una piccola botola dove riesco a nascondere una sola pistola, l’altra mi scivola e va a finire 6 m sotto di me… da lì mi sento tirare per la cintura e scaraventare dall’altra parte. Nel cadere mi ricordo una sagoma che mi guarda. Atterro e buio di nuovo.

Mi sveglio con una luce fortissima, sono dentro un ascensore di metallo che sale. Si aprono le porte e mi trovo all’interno di una stazione, una voce indistinguibile parla, figure colorate poco nitide mi sfrecciano davanti, c’è il classico orologio da stazione che segna un’ora indefinita. Ad un tratto mi trovo 2 uomini uno completamente bianco, l’altro completamente nero che mi sbarrano la visuale. Mi prendono per le braccia ed iniziano a trascinarmi indietro, dicendomi ” Cosa ci fai qui?! Non sei ancora pronta per questo”. Mi riportano all’ascensore e mi lanciano dentro.

La ferroviera

Sono alla stazione, c’ è una ferroviera, vuole che le paghi un viaggio, devo comprarle un biglietto Roma – Napoli. E’ una donna giovane, con la divisa da ferroviere, ha dei lineamenti meridionali, è scura di carnagione. Io ho un bonus, ma lei vuole che le compri un biglietto, le spiego che mi sembra assurdo che debba rimborsare le ferrovie di un qualcosa, in genere è l’ inverso. Ma non c è nulla da fare, ha come un atteggiamento di pretesa e fermo, devo comprarle questo biglietto.

Miscuglio

Mi trovo con il mio ragazzo in un paese arabo, siamo andati a trovare quella che nel sogno è la sua famiglia. Precisamente siamo in un luogo poco definito: a volte sembra un lager, poi diventa un treno in corsa.

Dal finestrino del treno mi rendo conto che quella che nel sogno è la sorella del mio ragazzo, cade dalla terrazza a testa in giù. Sitratta di una ragazza vetsita da araba, la vedo sempre da lontano, non riesco a vedere bene i suoi tratti somatici, ma il colore dominante è il nero. Fortunatamente riusciamo a salvarla anche se in coma.

Successivamente mi trovo nell’atrio di un edificio, molto simile ad un centro commerciale, c’è molta gente, allora entro in una stanza della casa dei genitori del mio ragazzo, è vuota, entro nel bagno e noto dallo specchio una figura, molto simile ad una donna impiccata. Faccio finta di niente, ma molto agitata cerco il mio ragazzo che nel frattempo si trova in mezzo ad una folla di gente. Lo chiamo, urlo e finalmente lo riesco a far passare. Nell’agitazione urto un buttafuori e mi fa capire che si serebbe vendicato del mio gesto, mi dice che non sonoi in Europa e lì queste cose sono punite.

Dico al mio ragazzo di guardare nel bagno e scopro di non essermi sbagliata e che la persona allo specchio è la sua madre musulmana. Stessa scena: non riesco a vedere i tratti del viso, il volto è scuro, vedo solo un corpo in degli abiti tipicicamente arabi neri.

Ci disperiamo, cominciamo a piangere, gli dico che c’é qualcosa che non va, che siamo in pericolo, penso a mio nonnno che nel sognio è appena morto, penso al’attentanto della sorella e adesso alla madre.

Agitata prendo il cellulare per chiamare mia madre, ma nella fretta faccio il numero della mia nonna materna che contenta di sentirmi comincia a chiacchierare, io le speigo che devo riattaccare e stando all’estero spendo troppo.

Finalmente parlo con mia madre, cerco di spiegarle la situazione, ma non ci riesco perchè lei comincia a parlarmi di tutti i suoi problemi…

Mi ritrovo alla Stazione Trmini prendo un autobus non troppo pieno, ad una fermata c’è una folla di gente che vuole salire, impaurita decido di scendere ma faccio fatica. Dovrei trovarmi su Via Casilina, ma non la riconosco, chiedo informazioni a due tizi che sono scesi con me e mi danno indicazioni per via casilina.

Finisco in un giardino, capisco dalla musica che ascolto che si tratta la casa di un ragazzo. Nel fratempo mi si avvicinanao dei cani, diventanio sempre più numerosi, impaurita lancio loro qualcosa da mangiare che avevo in mano. Esce il ragazzo a petto nudo, è biondo, molto magro, ci scambiamo alcune battute e poi esce dalla casa una mia collega dell’università.

Figli, fratelli che crescono

Sono nella nuova casa di M.C. e C.E. che però è in Via della Croce. E’ molto piccola e buia e mi assicuro che ci sia un estintore in caso di emergenza, così come dovrebbe esserci nella casa famiglia dove lavoro. Loro sono contenti ed anche io. Per il prezzo che pagano e la zona, è un’ottima sistemazione. Usciamo ed andiamo verso Via del Babuino. Mi viene in mente quando anche io abitavo al centro. Arriviamo a Piazza del Popolo e ci sono delle manifestazioni, c’è anche un circo e gente che fa casino. Incontriamo Ferdinando, Daniela e Giorgio che ci invitano a cena nella casa che Ferdi ha in Via Pò. E’ una casa molto grande, con molti camerieri. La tavola è apparecchiata con i piatti che mi hanno regalato al matrimonio. Ci saranno venti persone. Ferdi ci dice che è una casa che ha trovato suo papà. Ci vive con Giorgio e Daniela. C’è anche la tata che è molto arrabbiata er tutta questa gente. Li sentiamo urlare dalla cucina che non è possibile una cosa del genere, che Ferdinando non può fare come vuole…noi siamo molto imbarazzati, questa vecchia tata è tremenda. Arriva dalla cucina e serve con le mani da una pentola la pasta nei piatti di ognuno. Penso che faccia così in modo da non farci più tornare. Ferdi è dispiaciuto. Io penso che il papà di Ferdi abbia pensato bene alla sistemazione di suo figlio e di suo nipote (Giorgio) e penso che abbia scelto Via Pò perchè è vicino alla stazione in qualche modo, per quando loro partono, e che nello stesso tempo è una zona molto elegante. Sono contenta di vederlo sistemato e penso che tra un po’, quando sarà ancora più grande, potrà mandare al diavolo la vecchia tata e fare da solo…in fondo i soldi non mancano.