Casa mia non mia

Sono in una nuova casa, piccola ma carina.. è nuova! Finalmente riesco a permettermi un appartamento tutto mio e quasi non mi sembra vero… ad un certo punto mi arriva una telefonata, la casa non è mia, la sto occupando “illegalmente” e devo uscire subito! Quella che mi sembrava una casa nuova e in cui sono appena entrata diventa piena di roba, tutta mia e io non so più dove metterla. Devo scappare ma non so come fare a recuperare tutte le mie cose e non voglio che mi trovino li. Chiedo a due amici senza volto di aiutarmi, c’è una valigia grandissima in cui chiedo di mettere cose e vestiti ma sono restia, non mi va che mettano le mani tra le mie cose. Provo a fare telefonate ma presa dal panico non riesco a comporre numeri di telefono corretti.

La confusione continua.. sono all’esterno del palazzo e cerco in tutti i modi di comunicare con il cellulare, cerco di telefonare a mia madre ma sbaglio sempre numero. Trovo una fila di persone sul pianerottolo, vicino ad un ascensore…  ci sono tre portoni e ho paura di entrare in quello sbagliato violando la privacy di altre persone, tutti mi osservano, (il mio appartamento è l’unico che non ha proprietari, è in attesa di essere affittato o venduto) busso piano e mi faccio aprire dagli amici senza volto che nel frattempo non solo non hanno toccato nulla ma sembra che le cose si siano moltiplicate.

A questo punto mi sveglio… con un po’ di ansia e tanta tanta voglia di mettere ordine tra le mie cose e di buttare via un po’ di roba inutile.

I DJ impediti, le amiche ballerine e l’orso bruno

Sono in un locale dove sta per iniziare una serata musicale in cui si esibiscono due DJ. Il posto è tutto in legno, tipo baita di montagna… Lo speaker annuncia il duo e mi avvicino alla consolle. I due si guardano e iniziano la routine. Dopo qualche scratch parte il beat e inizio a muovere la testa a tempo. “Niente male” penso. Ma dopo circa 30 secondi si fermano. Il tipo al campionatore, una sorta di MPC dal colore dorato, cerca di farlo suonare a dovere ma non ci riesce. Preme tasti a caso sperando di trovare la causa del malfunzionamento. Il pubblico non reclama, si dimostra comprensivo. Il DJ non sembra molto imbarazzato dal contrattempo. Niente da fare… Dopo vari e vani tentativi ci ritroviamo tutti a tavola a discutere dell’accaduto. C’è chi da la colpa al campionatore, chi al DJ e chi, come me, al cavo che collegava l’apparecchio al mixer. “I cavi si rompono facilmente” dico, “basta passarci sopra con la sedia e si rompono e non trasmettono più il segnale”. Quasi tutti sono d’accordo.
Mi ritrovo ad un tavolo con C.P. e un’altra ragazza che potrebbe essere I.B.
Beviamo dei cocktail.
Ad un tratto C.P. tira fuori un ombrello a strisce, di un colore tendente al giallo/arancione. È molto grande. Così grande che quando lo apre il suo corpo viene completamente coperto dall’ombrello. Poi nizia a ballare muovendolo in modo da creare una certa coreografia. Anche I.B. Inizia a fare la stessa cosa ma con dei pezzi di stoffa. Mi avvicino in fretta a loro con il cellulare in mano, voglio scattare delle foto. Sono vicinissimo a I.B. tanto che mi sfiora il viso con i pezzi di stoffa che sta facendo volteggiare. Mi rimane difficile mettere a fuoco. inoltre la luce è poca e le due ballerine si muovono veloci quindi penso che le foto verranno male. Ma con mia grande sorpresa un paio vengono abbastanza bene.
Mi ritrovo nel piazzale fuori il locale, è giorno, C.P. continua a ballare accanto al muro. Ridiamo parecchio. Nella mano dove avevo il cellulare ora ho una sorta di racchetta da ping pong con cui colpisco una pallina di gomma che rimbalza in continuazione sul muro davanti al quale sta ballando la mia amica. Passa un signore, dice qualcosa che non ricordo.
Sono al telefono con S.P., accanto a me i miei figli. Guardo verso un giardino in cui scorgo un orso bruno che cammina su due zampe. È enorme ma apparentemente innocuo. Intorno a lui passeggiano delle persone. Lo faccio notare ai miei figli, una lo vede l’altro se lo perde.

A.

Sono nella casa dove abitavo prima, mi sono addormentata in camera d’ un amica, mi sveglio sistemo il letto. Mi squilla il telefono, è mio zio, mi dice è venuto a mancare……., casca la linea.

Dopo un po’ squilla dinuovo, mi dice è venuto a mancare A., sento un dolore fortissimo, come se stessi morendo.Penso ora come faro’, lo penso intensamente, a tutti i momenti condivisi, poi mi sveglio è solo un sogno e sono felice.

Ragni

Sono a casa,  sto’ parlando con R. al telefono, stiamo discutendo delle vacanze estive, le passiamo insieme o no?  vorrei si decidesse anche perchè bisogna prenotare, quest’ attesa mi snerva.

Chiudo il telefono, mi addormento, poi nella notte mi sveglio, mi accorgo  che nella stanza ci sono tanti ragni di tutte le grandezze, uno è proprio grosso e prepara col la tela una specie di pallottola, fanno ovunque le loro ragnatele, ho paura, mi fanno schifo.

Esco per chiedere aiuto, ci sono i miei genitori, ma parlano tra loro, hanno da fare.

Mi armo di scopa e torno in camera per pulire, cacciarli via.

Il lavoro

Sono al telefono sto’ parlando con l’ amministratrice del lavoro, le dico che voglio andarmene.Tutti i miei colleghi sono gia’ andati via, resto solo io, lei mi dice va bene, anche se mal volentieri.Chi coprira’ ora i turni?.

Inizio a pensare che pero’ quei soldi mi servono, allora richiamo le dico che resto, per ora.

Cinema

Devo andare al cinema con V., dovremmo incontraci li dinanzi. Prendo l’ autobus, ho un senso come di indecisione, ci vado o no ?, come il timore che V. non ci sia ad aspettarmi. Scendo dall’ autobus, mi sembra di riconoscere Villa Borghese, ma appena scesa dal bus ho come difficolta’ ad orientarmi. Dove sono?. A terra c’ è tutto fango, è tutto melmoso, non riesco a camminare bene, sprofondo nel fango, che ricopre anche la mia borsetta. Mi incammino per una strada ma forse non è quella giusta, scendo per una discesa, con difficolta’ ho i tacchi , ci sono anche dei cani, dapprima ho un po’ paura sono tanti, ma dopo il mio sentimento cambia, alcuni sono dei cuccioli mi fanno tenerezza, vorrei prenderne uno, ma non posso a casa non c’ è spazio.

Continuo a camminare, esco dal fango.

Decido di andarmene, sono su un autobus, passo dinanzi al cinema, c’ è gente, cerco di vedere se V. è li.

Mi sembra di averlo visto, allora gli telefono.

Mi risponde adirato, mi chiede:”Che senso ha questa telefonata che mi fai di striscio?”

Penso che è con un’ altra ragazza.

Casa nuova

sono in una casa grande, è dove vivo, anche se non è uguale a quella della realtà. Mi telefona la mia amica Daniela, forse vuol dirmi che vuol passare a prendermi perchè è in zona, ma il ragazzo la chiama iniziano a parlare tra loro, mi stufo di attendere e chiudo.

Vado un po’ in giro per questa casa per me nuova,ci sono tante cose antiche, come dei reperti archeologici, alcuni telefoni antichi, uno di questi pero’ è funzionante, decido di mettere un po’ d’ ordine e soprattutto pulire c’ è tanta polvere,

Esce da una stanza una ragazza con cui vivo, ma non conosco.

le spiego che sento la necessita’ di riordinare d’ altronde li ci viviamo.Tolgo un po’ di cose e le porto in cucina per lavarle. sono come in un salone grande, alcuni soprammobili sono rotti, li butto.

E poi sistemo due grossi piatti sui mobili, sono come di quelli degli antichi romani.

Confusione

Non so bene dove mi trovo, forse al lavoro,sto’ uscendo da un giardino. ci sono come delle bomboniere con dei confetti appesi al cancello, ne prendo una.sono strane una specie di sacchetto di pelle.Poi vedo una signora con un bimbo in braccio, lo accarezzo. c è una mia collega mi segue è vestita piu’ moderna di come si veste in realta’.

Cambia scena:ora sto’ parlando con un paziente, U.cerco di convincerlo a tornare prima dalle vacanze, sta’ fumando( all’ interno del centro)cosa stranissima nella realta’ non fuma.

cambia dinuovo scena, sono a casa, ma non non so quale,parlo al telefono con una collega, c è una confusione pazzesca, non sento nulla, sono i miei parenti che fanno casino, gli dico di abbassare la voce, poi chiudo.

Parlo con mio padre,gli dico perchè deve sempre svalutare la mia seconda madre per tessere le lodi della prima, non possono essere le persone semplicemente diverse.