Il matrimonio di Mario Draghi

Vengo incaricata di organizzare il matrimonio di Mario Draghi in collaborazione con la sua ex che ha la mia età. Decidiamo di organizzare il ricevimento in una casa al mare con un grande giardino (la casa è quella che questa estate abbiamo preso in affitto al Circeo). Siamo molto indaffarate e ad un certo punto io mi ricordo che a roma ho un cane a casa di mia madre e  che quindi non posso restare al Circeo ma devo fare avanti e indietro per accudirlo. Chiedo a mamma se può portarlo a Velletri in campagna ma mi risponde che impossibile perché i cani lo aggredirebbero. Mi rendo conto che sto lavorando male all’organizzazione, c’è tanta gente e tanta confusione ma non sono preoccupato. Ad un certo punto nella casa al Circeo vedo una porta aperta nel corridoio e capito che il cane, che non so come è ormai li in casa con me, è uscito in giro per il ricevimento lasciando scodella con acqua e croccantini…

La figlia dimenticata

Sono in macchina, guidando in Prati dietro il cinema Adriano. All’improvviso mi rendo conto che mia figlia C. non è con me e non riesco a ricordare dove sia. So che ho da poco lasciato mio figlio F. ad una festa di bambini ma non ho portato anche C. tuttavia non riesco a ricordare se l’ho lasciata a casa da sola ma mi sembra di no. Piano piano il panico cresce dentro di me fino a che mi sveglio improvvisamente.

Il Responso

Ho sottoposto (anche nella vita reale) le foto di un’artista al curatore di un importante progetto e aspetto la sua risposta.

Mi ritrovo seduta ad un tavolino rotondo bianco nella stessa stanza con questo curatore che è, invece, seduto alla sua scrivania davanti al computer nell’angolo della stanza. Lui non mi vede, oppure non percepisce la mia presenza, ed io lo guardo come in una candid camera mentre apre le email e legge la mia commentando che l’artista in questione non è adatta e che è scadente.

Il senso di delusione è forte soprattutto perché attribuisco il fallimento al mio non avere incluso nel portfolio una foto in particolare per via di una dimenticanza.

 

Volontariato chic in Siria

Sono con O., una mia amica di vecchia data che conosco davvero ma non vedo mai e che fa la fotoreporter e porta medicine nelle zone impenetrabili della Siria. Mi dice di partire con lei ed io acconsento ma, dopo 5 minuti, mi sono già pentita della scelta perché mi rendo conto di avere paura. Nonostante ciò la seguo lungo una scala a chiocciola di metallo che ricorda quella di casa mia a collegamento tra due terrazze.

Lasciata la scala a chiocciola mi ritrovo in un corridoio che potrebbe essere quello di un qualsiasi liceo fatiscente e proprio a metà del corridoio vedo una specie di desk da segreteria che penso essere la sede dei bidelli.

Mi avvicino al desk ma sedute dietro, invece delle bidelle, ci trovo un gruppetto di ragazze vestite all’ultima moda, con abiti costosissimi e che hanno allestito una specie di mercatino con altri vestiti, borse, cinte, portafogli ed orologi quasi nuovi, costosissimi e tutti o quasi di colori acidi e brillanti e di materiali come vernice o coccodrillo in totale contrasto con l’ambiente grigio e sporco circostante.

Sto per rivolgere loro la parola quando noto che hanno tolto buona parte della lussuosa mercanzia e cercano di nasconderla sotto un tavolo. Allora io,  ridendo divertita, dico loro è assurdo nascondere una parte degli oggetti alla vista perché così non c’è più il paradosso di trovarsi in Siria circondate dall’estremo lusso.

Non sicura che mi abbiano capita dico loro testualmente: “Ma dai, è ridicolo nascondere le cinte, le borse e i portafogli, perché così perdete tutto il vostro lato inconsapevolmente ironico e diventate solo delle sfigate che cercano di apparire”.

Dico tutto ciò ridendo e nel sogno suona davvero come una cosa divertentissima ma anche estremamente logica.

Soddisfatta comincio a seguire la mia amica O. (che nel frattempo è ricomparsa) nel tratto restante del corridoio….

Matrimonio a Montecarlo

Sono stata invitata al matrimonio di C., una ragazza molto più giovane di me che nella vita reale conosco ma vedo solo qualche giorno d’estate. Il Matrimonio sarà a Montecarlo e, mentre io cerco di decidere se andare in aereo si offre di accompagnarmi in macchina Piero Pelù. Io sono entusiasta all’idea di fare il viaggio con lui e accetto ben volentieri.

Una volta partiti, all’altezza del primo autogrill, mi rendo conto di aver dimenticato il mio beauty-case a casa, con i trucchi e le creme e mi secca molto il pensiero di dover ricomprare tutto doppio non sapendo neanche se troverò davvero i prodotti che mi servono… e già parte del buonumore è sfumata.

Più in là, durante il viaggio, domando a Piero Pelù che sta guidando quanto manca per Montecarlo ed il nome del nostro albergo ma lui mi risponde che in realtà non alloggeremo proprio a Montecarlo ma a (nome di un paese che non ricordo) che io so essere un posto orribile.

Scoperta la notizia il mio buonumore sparisce definitivamente e inizio a maledirmi per avere accettato il suo passaggio e medito di dirgli che i suoi ultimi dischi sono orribili e che da anni ormai non è più all’altezza dei vecchi Litfiba ma poi decido di non dire nulla perché mi sembra troppo offensivo e resto seduta in macchina con il broncio.

FBI

Sono in una casa di montagna (il luogo potrebbe essere Rocca di Mezzo…) quando sento bussare con forza alla porta. Quando apro mi trovo davanti un uomo e una donna in completo blu che mi mostrano i distintivi dell’FBI e vogliono entrare per ispezionare la casa ed accertarsi che i formaggi che abbiamo nel frigo non siano scaduti…

La cripta moderna

Sono in una cripta sotterranea ma l’architettura è moderna, fascista/razionalista e rivestita in travertino bianco come la sede della Sapienza a piazzale Aldo Moro.

Mi trovo lì per esaminare, in qualità di esperta, due grandi tavoli in marmo nero intarsiato a grandi riquadri di marmo variopinto. Mentre li esamino espongo le mie considerazioni al mio (sconosciuto) accompagnatore, del quale non vedo il volto.

Gli faccio notare come uno dei due tavoli non sia autentico, gli faccio osservare la maestria degli intarsi, la bellezza del marmo, la differenza tra l’originale e la copia, ecc… Mentre faccio e dico tutto ciò, mi sorprendo della mia bravura e del fatto che abbiano chiamato me a fare questo sopralluogo dato che non sono un’esperta di marmi.