Miscuglio

Mi trovo con il mio ragazzo in un paese arabo, siamo andati a trovare quella che nel sogno è la sua famiglia. Precisamente siamo in un luogo poco definito: a volte sembra un lager, poi diventa un treno in corsa.

Dal finestrino del treno mi rendo conto che quella che nel sogno è la sorella del mio ragazzo, cade dalla terrazza a testa in giù. Sitratta di una ragazza vetsita da araba, la vedo sempre da lontano, non riesco a vedere bene i suoi tratti somatici, ma il colore dominante è il nero. Fortunatamente riusciamo a salvarla anche se in coma.

Successivamente mi trovo nell’atrio di un edificio, molto simile ad un centro commerciale, c’è molta gente, allora entro in una stanza della casa dei genitori del mio ragazzo, è vuota, entro nel bagno e noto dallo specchio una figura, molto simile ad una donna impiccata. Faccio finta di niente, ma molto agitata cerco il mio ragazzo che nel frattempo si trova in mezzo ad una folla di gente. Lo chiamo, urlo e finalmente lo riesco a far passare. Nell’agitazione urto un buttafuori e mi fa capire che si serebbe vendicato del mio gesto, mi dice che non sonoi in Europa e lì queste cose sono punite.

Dico al mio ragazzo di guardare nel bagno e scopro di non essermi sbagliata e che la persona allo specchio è la sua madre musulmana. Stessa scena: non riesco a vedere i tratti del viso, il volto è scuro, vedo solo un corpo in degli abiti tipicicamente arabi neri.

Ci disperiamo, cominciamo a piangere, gli dico che c’é qualcosa che non va, che siamo in pericolo, penso a mio nonnno che nel sognio è appena morto, penso al’attentanto della sorella e adesso alla madre.

Agitata prendo il cellulare per chiamare mia madre, ma nella fretta faccio il numero della mia nonna materna che contenta di sentirmi comincia a chiacchierare, io le speigo che devo riattaccare e stando all’estero spendo troppo.

Finalmente parlo con mia madre, cerco di spiegarle la situazione, ma non ci riesco perchè lei comincia a parlarmi di tutti i suoi problemi…

Mi ritrovo alla Stazione Trmini prendo un autobus non troppo pieno, ad una fermata c’è una folla di gente che vuole salire, impaurita decido di scendere ma faccio fatica. Dovrei trovarmi su Via Casilina, ma non la riconosco, chiedo informazioni a due tizi che sono scesi con me e mi danno indicazioni per via casilina.

Finisco in un giardino, capisco dalla musica che ascolto che si tratta la casa di un ragazzo. Nel fratempo mi si avvicinanao dei cani, diventanio sempre più numerosi, impaurita lancio loro qualcosa da mangiare che avevo in mano. Esce il ragazzo a petto nudo, è biondo, molto magro, ci scambiamo alcune battute e poi esce dalla casa una mia collega dell’università.

In viaggio

Decido di fare un viaggio da sola con la mia macchina. Forse dovrei anche raggiungere i miei genitori in vacanza da qualche parte, ma intanto mi muovo molto velocemente per l’Italia. All’inizio sono in Liguria, e scendo per una strada molto ripida, quasi in picchiata, verso un lago che so di conoscere, racchiuso fra alte montagne. Il panorama è bellissimo e sono contenta di averlo ritrovato. Poi sono sulla strada costiera, in alto sul mare, ma è come un percorso all’interno della montagna, che va per rocce e grotte, sterrato, con piccole aperture da cui ogni tanto si vede il mare di sotto. Ci sono anche degli spiazzi scavati nella roccia che sono come delle “stazioni”, dei sacrari, dove la gente si ferma per rendere omaggio; ne ricordo uno in particolare, dove c’è una lapide con dei nomi, e fiori, per ricordare alcune persone che sono state vittime dei nazisti. Poi mi ritrovo dalle parti di Parma e vado a visitare un castello che avevo visto in fotografia, sono contenta perché l’avevo trovato affascinante, simile a Castel del Monte. Mi affaccio al suo interno, con altre persone, da una specie di loggia, e il luogo si umanizza: dentro c’è un uomo nella sua casa, che lavora al computer, e ci parliamo amichevolmente. Alla fine ho voglia di una vacanza riposante e penso di andare al mare vicino Roma, magari a Fregene, e passarci un po’ di giorni in completo relax facendo bagni e prendendo il sole.

Affollamento

Sono nella mia casa in montagna dove c’è anche il mio studio, vivo lì. I muri sono un pò cadenti e mi rendo conto di dover ritinteggiare il soggiorno. c’è anche un buco nell’intonaco che fa intravedere dei mattoni. E’ un pomeriggio di lavoro. Poi mi affaccio alla finestra e vedo M., il custode della casa in campagna, ci sono moltissimi cani e penso che dovrò fare qualcosa perchè continuano a proliferare e non so più dove mettere i cuccioli. Poi arriva Cesidio, il mio vecchio istruttore di equitazione e mi dice che dovrei riprendere. mi propone il lunedì ed il martedì pomeriggio, magari intorno alle 18; gli dico che l’idea mi piace molto ma dentro di me so che alla fine non  riuscirò ad andare. Sono sempre troppo stanca quando finisco di lavorare. Poi vado con mio marito al porto del paese (anche se nella realtà ovviamente non c’è) dove ho un altro studio. Lui mi dice che adesso sarebbe andato a farsi un tatuaggio; vediamo insieme una barca con l’isegna “tu” che è un laboratorio dove si fanno i tatuaggi. io nel frattempo vado nel mio studio. E’ pieno di genitori, di gente e bambini e penso che non riuscirò a vederli tutti. Sono stanca. Entro nella mia stanza ma c’è una tirocinante, già il paziente ed altre persone. tento di fare il mio lavoro non curandomi di questa invasione ma è difficile. Poi bussano alla porta ed è il padre di un’altra paziente che mi dice che mi ha portato un pensiero per Pasqua. Gli dico che sto lavorando e che questa non è la sua ora, lui mi dice che va bene ma nel frattempo si siede. Continuo con S. ma poi mi accorgo che questo signore non è uscito, così lo ringrazio di nuovo ma gli ripeto di andarsene e così per altre due volte. Alla fine lo trascino via di forza dalla stanza mentre la rabbia mi assale.

Il sole che va via

Mi trovo al mare… è l’Argentario, è Calamoresca, sono a casa di S, ma non siamo soli, c’è tanta gente seduta sui divani del salotto a picco sul mare,  ci sono anche Dolce & Gabbana in persona, scambiamo parole, pensieri, emozioni, racconti di vita, insomma le parole scorrono veloci…ad un certo punto mi accorgo che sta per tramontare il sole, è una giornata bellissima, quelle che piacciono a me, il mare è calmo e c’è molta visibilità… si vede tutto l’arcipelago toscano…vado da Lui, quello che nel sogno è il mio Lui e lo invito ad uscire in terrazza, per vedere insieme a me il tramonto… chiamo con il loro nome tutte le isole davanti a noi, quella del Giglio, Monte Cristo, L’Elba e poi la Corsica, perchè si vede anche lei…e poi abbracciati ci godiamo il sole che va via…

Figli, fratelli che crescono

Sono nella nuova casa di M.C. e C.E. che però è in Via della Croce. E’ molto piccola e buia e mi assicuro che ci sia un estintore in caso di emergenza, così come dovrebbe esserci nella casa famiglia dove lavoro. Loro sono contenti ed anche io. Per il prezzo che pagano e la zona, è un’ottima sistemazione. Usciamo ed andiamo verso Via del Babuino. Mi viene in mente quando anche io abitavo al centro. Arriviamo a Piazza del Popolo e ci sono delle manifestazioni, c’è anche un circo e gente che fa casino. Incontriamo Ferdinando, Daniela e Giorgio che ci invitano a cena nella casa che Ferdi ha in Via Pò. E’ una casa molto grande, con molti camerieri. La tavola è apparecchiata con i piatti che mi hanno regalato al matrimonio. Ci saranno venti persone. Ferdi ci dice che è una casa che ha trovato suo papà. Ci vive con Giorgio e Daniela. C’è anche la tata che è molto arrabbiata er tutta questa gente. Li sentiamo urlare dalla cucina che non è possibile una cosa del genere, che Ferdinando non può fare come vuole…noi siamo molto imbarazzati, questa vecchia tata è tremenda. Arriva dalla cucina e serve con le mani da una pentola la pasta nei piatti di ognuno. Penso che faccia così in modo da non farci più tornare. Ferdi è dispiaciuto. Io penso che il papà di Ferdi abbia pensato bene alla sistemazione di suo figlio e di suo nipote (Giorgio) e penso che abbia scelto Via Pò perchè è vicino alla stazione in qualche modo, per quando loro partono, e che nello stesso tempo è una zona molto elegante. Sono contenta di vederlo sistemato e penso che tra un po’, quando sarà ancora più grande, potrà mandare al diavolo la vecchia tata e fare da solo…in fondo i soldi non mancano.

Il volo in un’estate innevata

Sono in viaggio con degli amici e camminiamo da molto tempo senza sentire, però, la fatica dei passi…arriviamo su una spiaggia molto affollata e piena di persone distese al sole. Poggio lo zaino a terra e provo a sedermi, ma mi rendo conto che la sabbia è completamente ricoperta di neve! Una neve bianca, soffice e decisamente fredda!

Poi mi ritrovo ad un tratto sotto un enorme e maestoso ponte…anche qui c’è molta gente. Tutti sembrano desiderosi di recarsi  su di esso. Un uomo dallo sguardo vispo si avvicina al mio gruppo e ci mostra uno strano marchingegno: una bici graziella con un lunghissimo elastico che, secondo quanto ci stava spiegando, avrebbe potuto portarci in un men che non si dica sul ponte. Decido di provarla e….con un grande e agile salto volo sul ponte in sella alla graziella!